Qualche giorno fa, durante una visita ad una libreria in cui mi piace spesso immergermi, soprattutto tra gli scaffali dedicati ai testi rari e ormai introvabili, mi sono imbattuto in un volume estremamente interessante per chiunque si interessi di ricerca paranormale, che è riuscito ad aprire un portale spazio-temporale proiettandomi per qualche momento in Inghilterra, in un passato popolato da fate, gnomi ed altri esseri magici.
Si tratta del testo “Apparizioni delle fate”, pubblicato negli anni ’50 del secolo scorso dalla Società Teosofica Italiana. Sottotitolo dell’opera è “Fotografie originali autentiche documentate e descritte da Edward L. Gardner“.
Nell’introduzione si legge: “Le tradizioni popolari di tutto il mondo affermano l’esistenza degli spiriti di natura che occasionalmente vengono veduti dagli uomini e vi sono migliaia di persone che sarebbero disposte a giurare d’aver veduto con i propri occhi spiriti di varia forma e natura. […] Le pagine seguenti costituiscono una documentazione fotografica definitiva sull’esistenza di tali ordini di spiriti di natura, che in condizioni normali non sono percepiti dall’uomo”.
Il portale spazio-temporale che ho varcato con questo libro mi ha teletrasportato in un passato in cui il Mondo – o almeno una certa parte di esso – è realmente convinto che nel 1917, a Cottingley, due ragazzine siano riuscite non solo a stabilire un contatto con degli esseri magici come fatine e gnomi, ma che le foto scattate per dimostrarne l’esistenza siano autentiche!
Nel 1917, infatti, la piccola Frances Griffiths, di nove anni, e sua madre, si trasferirono dal Sud Africa a casa della zia di Frances, presso il villaggio di Cottingley, nello Yorkshire occidentale.
Frances giocava spesso con sua cugina, una ragazza di 16 anni di nome Elsie Wright, ed un giorno dissero di aver visto delle fate in giardino: per provarlo presero in prestito la fotocamera del padre di Elsie e tentarono di fotografarle.
Il padre di Elsie, Arthur Wright, aveva una camera oscura, e mentre stava sviluppando delle foto, ne trovò alcune che mostravano Frances dietro un cespuglio con 4 fatine che danzavano davanti a sé.
Siccome Elsie aveva lavorato in uno studio fotografico, il signor Wright pensò subito che le fate non fossero altro che delle piccole sagome di cartone.
Due mesi dopo le ragazze presero nuovamente la fotocamera del signor Wright e scattarono delle foto di Elsie che tendeva la mano ad uno gnomo. Arthur Wright era convinto che si trattasse di uno scherzo, mentre sua moglie Polly credeva che fosse tutto vero.
Le foto vennero pubblicate nel 1919, quando Polly Wright partecipò ad un incontro della Società Teosofica che si era tenuto a Bradford: le fotografie furono esposte durante la conferenza annuale della Società ad Harrogate, e qualche mese dopo catturarono l’attenzione proprio di Edward Gardner, che le inviò, insieme ai negativi originali, ad Harold Snelling, il quale si convinse che le foto fossero autentiche.
Arthur Conan Doyle volle utilizzarle come illustrazioni per un articolo sulle fate che gli era stato commissionato dalla rivista The Strand Magazine, pubblicato in occasione del numero natalizio del 1920 e pubblicizzato in copertina come “Fotografate delle fate: un evento epocale descritto da A. Conan Doyle”.
Le copie della rivista andarono esaurite in pochi giorni dalla pubblicazione, visto che l’articolo di Doyle conteneva due stampe ad alta risoluzione delle foto scattate nel 1917. L’articolo destò molta curiosità e scatenò le reazioni più disparate, tra lo scetticismo di chi credeva si trattasse di uno scherzo e lo stupore di chi era convinto che le foto fossero vere.
Per fugare ogni dubbio sull’autenticità delle fotografie, Gardner e Doyle chiesero alla compagnia fotografica Kodak di esprimere un parere sulle foto: nonostante i tecnici concordassero con Snelling che le foto non mostrassero alcun segno di manomissione, le immagini delle fate non potevano essere reali, per cui la compagnia rifiutò di emettere un certificato di autenticità, mentre un’altra compagnia fotografica, la Ilford, dichiarò che fosse evidente che si trattava di una falsificazione.
Nel 1920 Arthur Conan Doyle chiese a Gardner di incontrare famiglia Wright: Arthur Wright gli disse che aveva ispezionato la stanza delle ragazze e l’area dove erano state scattate le fotografie, vicino ad un ruscello, alla ricerca di pezzi di figurine o sagome di cartone, ma che non aveva trovato nulla. Gardner allora tornò a Cottingley verso la fine di luglio dello stesso anno con due fotocamere e 24 lastre fotografiche che aveva segnato: le ragazze scattarono diverse fotografie, due delle quali mostravano le fate.
A partire dall’agosto del 1921, quando Gardner tornò a Cottingley senza però trovare nuove fotografie, l’interesse per la storia delle fate scemò gradualmente.
Fu solamente nel 1983 che Elsie e Frances ammisero, in un articolo pubblicato sulla rivista The Unexplained, che le fotografie erano state falsificate, anche se entrambe affermavano di aver visto sul serio delle fate.
Elsie spiegò che avevano ritagliato alcune illustrazioni da un libro per bambini dell’epoca, il Princess Mary’s Gift Book, incollandole su delle sagome di cartone e aggiungendo delle ali alle figurine, che poi avevano fissato con delle forcine per tenerle in piedi.
Nonostante la confessione di Elsie, Frances, insistette nell’affermare che l’ultima foto scattata fosse autentica e si spense nel 1986. Elsie, invece, morì nel 1988, mentre le lastre fotografiche di vetro furono acquistate per 6000 sterline da un compratore anonimo durante un’asta tenutasi a Londra nel 2001.
Ti è piaciuto questo articolo?
Contattami senza impegno per rendere il tuo evento unico e speciale con storie come questa!