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Il Mago di Toledo

Scorrendo i vecchi archivi fotografici napoletani, mi è capitato di soffermarmi su uno scorcio dei Quartieri Spagnoli: in questa immagine, scattata tra il 1960 ed il 1970 da Riccardo Carbone, infatti, c’è una strana insegna che ha attirato la mia curiosità…

Ci troviamo innanzitutto in Vico della Tofa, un vicolo che inizia da via Toledo e attraversa i Quartieri Spagnoli e che secondo alcune fonti in origine si chiamava “Vico della Pietra della Pazienza” perché in esso c’era una pietra su cui i napoletani si sedevano o poggiavano la testa quando erano tristi e impazienti.

Il vicolo venne quindi chiamato “vico della Tofa” perché in esso c’era una fontana che raffigurava il volto di un tritone che soffiava in una conchiglia detta, appunto, Tofa, e dalla quale usciva dell’acqua.

Tornando alla foto, pare che proprio in Vico della Tofa si trovasse lo studio del misterioso Mago di Toledo, che sembra avesse un seguito molto ampio e che arrivasse gente da tutto il Sud per incontrarlo.

Giuseppe Ianigro, questo il suo nome all’anagrafe, era di origine pugliese ed era nato il 13 maggio 1898 e praticava la cartomanzia, ovvero la divinazione attraverso la lettura delle carte.

Il mago era davvero una figura misteriosa e, come fu per il “Mago di Napoli” Achille D’Angelo, fu notato dal cinema: nel 1962, infatti, interpretò l’assessore Nicola De Bellis nella commedia di Luigi Zampa “Gli anni ruggenti”, satira sulle ipocrisie della politica locale in epoca fascista, pellicola con Nino Manfredi nella quale interpretava un funzionario del fascio marito di Angela Luce.

Anche Federico Fellini – appassionato di mistero ed esoterismo – lo stimava così tanto che lo volle nel suo film “Amarcord” e lo scelse per fargli recitare la parte del nonno.

Particolarmente evocativa è la scena, molto cara a Fellini, in cui il nonno si smarrisce nella nebbia sul viale davanti a casa sua: «Ma dov’è che sono? Mi sembra di non stare in nessun posto. Mo se la morte è così… non è mica un bel lavoro. Sparito tutto: la gente, gli alberi, gli uccellini per aria, il vino. Tè cul!»

Tra i film ai quali ha partecipato ricordiamo, oltre a quelli già citati, “Il giudizio universale” di Vittorio De Sica del 1961, “I clowns”, ancora di Fellini del 1970, “La linea del fiume”, di Aldo Scavarda del 1976 e “Viaggio con Anita”, di Mario Monicelli del 1978.

Lasciato il mondo del cinema, alla sua morte, avvenuta il 28 giugno 2008 a 110 anni,  il mestiere di veggente è stato tramandato alla figlia Grazia.

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